“Alla Torre dell’Orso rimane poco più di un mese prima di scivolare via fra le onde” è il grido d’allarme lanciato dall’associazione “Torre dell’Orso mia” dalla sua pagina Pagina Facebook.
Sarà vero? Potranno le mareggiate di qua ad un mese trascinare sul fondo del mare una Torre di avvistamento costruita per difesa contro l’invasione dei pirati e degli infedeli? Ormai quella Torre non ha più alcuna attrattiva e, forse, non l’ha mai avuta. Di lei rimarrà qualche foto su una cartolina o il ricordo di essere stata usata come telo gigante per il videoproiettore a Natale? Sarà ricordata come una vecchia amica a cui il tempo, l’acqua e il vento hanno tolto il terreno sotto i piedi.
L’associazione Torre dell’Orso mia potrebbe l’associazione aver ragione sullo scivolamento della torre verso l’acqua? Domande a cui noi non possiamo rispondere ma che pretendono dalla politica, come sottolinea giustamente l’associazione, un intervento più che urgente di messa in sicurezza. Ci rendiamo conto che 30 giorni, o poco più, sono pochi per intervenire dopo decenni di abbandono ma è necessario agire subito, oltre l’aver dichiarato la zona come area cantiere. Se quanto afferma l’associazione è vero, e non sterile allarmismo, potrebbe significare che qualcuno ci tiene a quei quattro mattoni che hanno resistito a tutto tranne che alla burocrazia e alla politica.
«nella terra dei miei genitori esisteva una magia antica ed ancestrale, che purtroppo ormai è stata rinnegata, persa, distrutta: per volontà di conformarsi al divertimento stereotipato, per vanità di apparire sulle pagine patinate del National Geographic, per essere fotografati sui selfie degli influencers del momento».
Francesco Cappello