Equinozio d’Autunno, tra Miti, leggende e Riti. E perchè si chiama equinozio

Settembre, mese che dà il benvenuto ai colori caldi delle foglie, alla raccolta delle castagne, alla ricerca del Tartufo, al periodo delle cene a base di zucca e alla festa tanto amata e attesa dai bambini: la festa di Halloween.

 L’autunno

L’autunno è una delle quattro stagioni in cui è suddiviso l’anno, successivo all’estate e precedente all’inverno.

Ogni anno l’equinozio d’autunno cade in un giorno diverso di settembre. Poiché è un evento mobile che può ricadere tra il 21 e il 23.

Quest’anno ricade il giorno del 22 di settembre alle ore 21:20, il quale apre le danze alla stagione che si protrae per quattro mesi e si conclude il 22 dicembre, accompagnandoci verso la stagione invernale.

Perchè si dice Equinozio

 Dal latino aequĭnoctĭum cioè “notte uguale al dì”, nasce il termine “Equinozio”, il quale significa che le ore di luce e le ore di buio sono equivalenti in una giornata. Questo accade poiché i raggi solari nella giornata dell’equinozio, quindi accade anche in quella primaverile, sono perpendicolari all’asse terrestre e di conseguenza le ore diurne equivalgono alle stesse ore di numero di quelle notturne.

Iconografia

La “luna piena del Raccolto” o il plenilunio consentiva ai contadini di prolungare il loro lavoro fino a sera inoltrata, grazie alla luce riflessa dal satellite naturale della Terra: appunto la Luna.

Si può notare una scena di aratura sul mosaico pavimentale nella Cattedrale di Santa Maria Annunziata. L’importante luogo di culto cattolico della città di Otranto (Le) la quale è diventata una meta turistica anche per l’ampia decorazione musiva pavimentale sviluppate lungo le navate, il presbiterio e l’abside.

Nella scena di aratura, in cui si rappresenta simbolicamente il mese di ottobre, vi è raffigurato un contadino che governa l’aratro con la mano sinistra e che incita i buoi con la mano destra. Viene rappresentato in alto una bilancia a due piatti retta da una mano, il che rappresenta il punto di equilibrio tra l’emisfero nord e quello sud, tra i giorni e le notti. Ottobre è il mese della semina, per cui la preparazione dei campi per rinverdire la siccità è fondamentale per il territorio.

Miti, leggende e Riti

 Nella cultura dei nostri antichi, partendo dai Greci, riferivano a degli oggetti per simboleggiare l’equinozio autunnale.

  • La Bambola del grano o conosciuta anche come la bambola di paglia, deriva dai miti celtici. Si narra che fosse un oggetto di rito propiziatorio, costruito con le ultime spighe di grano dell’ultimo raccolto, utilizzato come buon auspicio di un raccolto abbondante.
  • Le more, frutto che segna la fine dell’estate. Oltre il mese di settembre non andrebbe mangiato per non essere contaminato da forze oscure e negative.
  • Il melograno, frutto mediterraneo legato dal mito di Demetra, divinità che controllava i ritmi della terra della Grecia antica, strettamente unita, nel culto e nel mito, alla figlia Persefone, avuta con Zeus. Si narra che la bellissima figlia della Dea fu rapita da Ade, la quale era in cerca di una sposa. Non riuscendo a svincolarsi da questo matrimonio imposto divenne la Dea minore degli Inferi. Si dice che non riuscì a svincolarsi dal suo destino poiché accettò di mangiare e gustare i chicchi di melograno che le vennero offerti, legandosi in eterno al Regno dell’Oltretomba.

Lasciare l’estate ci rattrista un po’ ma non dimentichiamo che l’autunno è la stagione che ci prepara all’inverno e che ci dà la possibilità di rilassarci a leggere un libro con una tazza di cioccolato, a degustare dei vini rossi, a mangiare le caldarroste e osservare la trasformazione dei colori della Natura.

Rispettiamo i cicli naturali della Terra.

Cristina De Luca

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