TAP, seconda “Zona Rossa” a Melendugno. Oltre 4km per bloccare le contestazioni

Era facile prevedere che prima o poi la “zona rossa” sarebbe stata ripristinata nel momento in cui si fosse reso necessario. Da questa mezzanotte del 19 aprile fino alle ore 24 del prossimo 25 aprile 2018 4,33km di recinzioni per proteggere gli ulivi (ne devono essere espiantati 448), gli operai che stanno preparando le eradicazioni e quanto altro possa essere messo a rischio dal “cosiddetto” movimento NOTAP. Così lo definisce l’ordinanza prefettizia del 18 aprile a firma del Prefetto di Lecce, Claudio Palomba. Ma crediamo che anche se non ci fossero stati gli ultimi accadimenti la zona rossa sarebbe stata comunque ripristinata. Noi crediamo che l’incendio del cassonetto e l’arresto dell’attivista NOTap, Saverio Pellegrino, di cui oggi si celebra il processo per direttissima siano solo un pretesto. In fondo il 13 novembre scorso quando fu istituita la prima volta incendi e arresti non se n’erano avuti. Violenze forse, impedimenti sicuramente sì dato che il consorzio TAP (Trans Adriatic Pipeline) faticò non poco per portare gli alberi eradicati da San Basilio a masseria del Capitano, tanto che alcuni alberi furono messi a dimora solo a luglio 2017 mentre ne viene prevista la movimentazione entro il 30 aprile e gli alberi monumentali sono ancora al cantiere. Questa volta il Prefetto, il questore e la multinazionale svizzera non vogliono correre rischi e con la scusa degli ultimi accadimenti lasciano libere le strade provinciali e interdicono l’accesso su via vecchia San Foca, la cosiddetta vi San Niceta e in più iniziano a lavorare su dei terreni su cui TAP ha l’effettiva disponibilità e non come il 13 novembre dove privati cittadini si ritrovarono impedito l’accesso ai propri fondi anche se non erano toccati direttamente dal tracciato.

Francesco Cappello

ORDINANZA

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