Lettera al Direttore, i crolli continuano. “Nessuna volontà politica di mettere in sicurezza e conservare”

Caro Direttore, ringraziandoti della pubblicazione della mia lettera ed evidenziando che i crolli lungo la costa continuano a ripetersi, ti comunico anche di aver ricevuto un autorevole, seppur alquanto disarmante, commento, tramite Facebook.

Forse per giustificare il nulla finora fatto, il commento si apre manipolando e travisando completamente le mie parole. I concetti di “messa in sicurezza” e “mantenimento” vengono così riletti come sinonimi di cemento e cementificazione. Tutto questo, nonostante io non abbia mai scritto né di cemento e né di cementificazione, ma avendo fatto, invece, riferimento a dei progetti europei di salvaguardia della costa, pubblicizzati con cartellonistica sul territorio comunale. Questi progetti dovevano partire già nell’autunno 2017, ma non sono ancora partiti. Il tutto in un silenzio assordante.
Di seguito, penso sempre con il fine di giustificare il nulla fatto finora, il mio interlocutore si profonde in una “celebrazione estetica” del processo naturale dell’erosione costiera, terminando con un: “non possiamo pensare di fermare il normale corso della natura”. Evidentemente per lui esiste solo, o la bontà dell’erosione, o la nefandezza della cementificazione. Quindi, zero soluzioni nel mezzo! È chiaro che io e l’autore del commento abbiamo una visione diametralmente opposta riguardo al modo di intendere il rapporto tra uomo e Natura. E’ del tutto normale che la Natura faccia il suo corso, “panta rei“, ma è altrettanto lapalissiano che l’uomo governa da sempre “il normale corso della natura”, declinandolo a suo vantaggio. L’uomo interviene sulla Natura continuamente sia quando sconfigge le malattie, sia quando invia sonde nello spazio, sia quando salva dall’erosione mareale la città di Venezia, l’atollo polinesiano o le spiagge della Romagna. La Natura va governata, non subita! È questo che distingue l’uomo dagli altri esseri viventi! La Natura va governata con equilibrio e raziocinio! Non mi si può dire “visto che nel campo cresce tanta gramigna è inutile piantare il grano”. Un terreno va coltivato e curato per far maturare il grano. Sant’Andrea e le altre marine hanno bisogno di cure come un terreno da coltivare, non vanno lasciate soccombere “al fatal destino”.

Mi fa tanta RABBIA questo fatalismo medioevale!

Il commento prosegue e la situazione si capovolge. Viene scritto che qualcosa, meno male, si farà. In un (molto) sintetico e generico quadro di carattere tecnico-finanziario si parla di interventi di riqualificazione previsti a breve per l’area. Intanto, il Tempo passa e la Natura si riprende ciò che non sappiamo custodire.
La doppiezza di questo commento lascia basiti. Non è assolutamente chiaro se c’è o meno la volontà politica di intervenire veramente per METTERE IN SICUREZZA e per CONSERVARE il più possibile la linea di costa e se esiste o meno qualche progetto di salvaguardia immediatamente fattibile finanziato dall’Europa. Infatti, viene letteralmente scritto: “siamo in dirittura d’arrivo […] e dopo partiremo con i lavori!”. Quindi per il momento ancora il nulla nel silenzio più assordante, nella rassegnazione più avvilente e nella rinuncia ad agire più deprimente.

Gaetano Nocco

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