La battaglia NoTAP ispira gli abitanti dell’isola di Barbuda. La storia #BarbudaSilentNoMore

Cosa hanno in comune il Salento il Lancashire e l’isola caraibica di Barbuda? I pirati non ci sono più ma il desiderio di depredare gli ultimi luoghi incontaminati è sempre attuale. Soprattutto se ci sono forti interessi di speculazione internazionale. #BarbudaSilentNoMore

I protagonisti di questo articolo sono un uragano, un’isola, il fracking e ovviamente il “nostro” gasdotto TAP, quell’opera strategica che arriva dall’Arzebaijan e che viene così caldamente sponsorizzata dai nostri politici che pensano al nostro benessere e al nostro approvvigionamento di oro blu. Prima che i fautori del progetto strategico alzino le barricate e ci dicano che un gasdotto non provoca nessun uragano puntualizziamo che il Salento non è un’isola.

Il 6-7 settembre 2017 l’uragano Irma ha colpito l’isola di Barbuda provocando la distruzione del 90% degli edifici dell’Isola. Prima che si abbattesse l’uragano il governo di Antigua aveva ordinato l’evacuazione totale di Barbuda. Dopo 3 mesi gli abitanti di Barbuda non sono ancora rientrati nelle proprie case, ma il governo di Antigua con la scusa più banale del mondo ha deciso di costruire un aeroporto internazionale, di dare l’ok al rientro degli albergatori e poi forse, magari, ripristinare gli edifici e le abitazioni dei barbudani.
Barbuda prima del passaggio di Irma aveva spiagge incontaminate, rare specie a rischio di estinzione e una popolazione di 1800 persone che vivono su un modello di vita basato sulla comunità. A differenza di gran parte dei Caraibi, tra cui la vicina Antigua, Barbuda è libera dal turismo di massa. È anche uno dei pochi posti al mondo in cui i residenti hanno il controllo diretto su ciò che accade alla loro terra. Da quando ha ottenuto l’indipendenza, l’isola è di proprietà comunale: non si può costruire su un terreno per nessuno scopo senza consultazione pubblica. Grazie a questo sistema, gli abitanti di Barbuda sono liberi di decidere cosa sia meglio per la loro comunità locale. Poi è arrivata Irma e il governo di Antigua, che non ha mai riconosciuto l’indipendenza di Barbuda, ha deciso di costruire un aeroporto intenazionale con la motivazione che in questo modo si poteva accedere ai prestiti internazionali. Il motivo reale è la volontà statale di abolire i diritti sulla terra e Irma ha dato una mano non indifferente.
E la costruzione del gasdotto TAP nel Salento come ci entra con la costruzione dell’aeroporto internazionale a Barbuda? Niente. Gli abitanti di questa isola caraibica chiedono aiuto per difendere la loro terra dalla speculazione internazionale e per fare ciò hanno preso a modello due battaglie contro le multinazionali. La prima riguarda proprio la battaglia che i salentini stanno conducendo contro il consorzio TAP e la costruzione del gasdotto e la seconda ha come teatro il Regno Unito dove il Consiglio del Lancashire ha vietato il fracking (tecnica di estrazione del petrolio) e il governo nazionale ha annullato la disposizione del governo locale.
Il popolo di Barbuda ha già dovuto subire la distruzione della propria casa da un disastro naturale. Il minimo che possiamo fare è sostenerli nel mantenere i loro diritti sulla loro terra e proteggere quest’isola dalla speculazione internazionale del turismo firmando questa petizione invitando l’ONU a impedire la revoca dei diritti fondiari.

Francesco Cappello

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