Bruciare le foglie è da incoscienti e da assassini. Il problema interessa tutto il Salento

19 settembre 2017 – Siamo stati aspramente rimproverati di non aver scritto niente sull’annoso problema che si ripresenta ogni anno alla fine dell’estate: la bruciatura delle foglie. Ma cosa possiamo scrivere di più su un problema già, ampiamente, affrontato da tante testate giornalistiche, grandi e piccole, compresa la nostra. Bruciare le foglie all’inizio dell’autunno per fare pulizia nelle campagne e rendere agevole la raccolta delle olive è da incoscienti e da assassini. Questo siete, questo sei, se stai leggendo questo editoriale. Il tuo atto o i tuoi ordini ai contadini che lavorano per te creano gravi problemi respiratori a tutti e questo problema non si presenta solo a Borgagne ma interessa tutto il Salento. Ogni mattina una cappa fa capolino e ogni sera la puzza di bruciato entra anche attraverso le finestre chiuse creando seri problemi respiratori a tutti, compresi i tuoi parenti, i tuoi amici e i tuoi compaesani. Tu che bruci le foglie sei un incosciente e un assassino perché avveleni l’aria credendo di fare bene invece ci danneggi tutti, compreso te stesso. E la pratica di accendere i fuochi di pomeriggio lasciando bruciare lentamente le foglie per tutta la notte ci danneggia due volte perché i fumi sprigionati, ricchi di anticrittogamici, creano sulle nostre teste delle cappe che si disperdono solo la mattina dopo e dormiamo tutti, compreso te, con questo odore acre che impregna la pelle, i vestiti e noi stessi. Un tempo c’era uno spot antifumo che diceva “chi fuma avvelena anche te”, ecco si potrebbe adattare all’attuale situazione: “chi brucia le foglie avvelena anche te. Digli di smettere”.

Francesco Cappello

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