In Italia aumentano i mutui e i prestiti, salgono anche i tassi di interesse ma non i consumi

17 febbraio 2017 – Il rapporto dell’Abi pubblicato recentemente, sull’andamento dei mutui e dei prestiti di Gennaio, pone una serie di interrogativi. In Italia aumentano i prestiti erogati, che complessivamente superano la raccolta di risparmio presso le famiglie, ma non si ha alcuna ripresa dei consumi. Diminuiscono le sofferenze bancarie, ma il credito rimane in affanno. Anche i mutui proseguono nella loro fase di aumento delle erogazioni, eppure si ravvisa un rallentamento. Sui tassi, infine, il trend è differente a seconda che si tratti di impresa, privato e a seconda che si stia considerando un prestito personale o finalizzato oppure un mutuo.

Prendendo spunto dai numeri vediamo che a Gennaio 2017 è cresciuta la richiesta dei prestiti, sia da parte delle famiglie che delle imprese, con un aumento dell’1,1% che è maggiore rispetto alla percentuale maturata a Dicembre 2016. Interessante notare anche che si registra una discesa, modesta ma comunque persistente, del tasso di interesse applicato proprio al settore prestiti ma solo per i privati, arrivando a toccare un nuovo punto di minimo storico, con un tasso medio del 2,85%. Per i prestiti alle aziende invece si registra un piccolo aumento dei tassi che passano dal precedente 1,45% a 1,55% (si rimane sempre su dati medi).

La scelta invece sul tipo di prestiti, tra banche online o tradizionali, è molto diversificato, anche se la componente dei servizi digitali sta prendendo via via piede come l’uso di siti specializzati nell’offrire recensioni e dare news, per trovare le soluzioni più adatte (dettagli su www.spaziomutui.com). Sui mutui si registra ancora un incremento delle richieste e delle erogazioni, ma si registra un modesto aumento del tasso di interesse. Anche in questo caso siamo nell’ambito dei mutui a tasso fisso, che crescono di una percentuale pari a 0,08% in media. Questo incremento è da imputare all’aumento dei tassi di riferimento come Irs e Eurirs per cui non è prevedibile nemmeno ottimisticamente che si potrà continuare a sperare in future forti contrazioni, che renderanno ovviamente i tassi meno competitivi e faranno perdere appeal al mutuo mai sostenuto da una ripresa del mercato immobiliare che continua ad essere assente.

 

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