Concorso ingegnere a Melendugno. Il Consiglio di Stato: nessuno vince tutto da rifare

19 gennaio 2016 – In nome del Popolo Italiano il Consiglio di Stato respinge il ricorso numero 1617 del 2015 dichiarando improcedibile l’appello. Con queste parole, riprese dalla sentenza, il Consiglio di Stato annulla il concorso per la copertura di un posto di istruttore direttivo tecnico – ingegnere part-time cat. D/1 con contratto a tempo indeterminato e parziale. Ve lo ricordate? Agli inizi del 2014 era stato indetto un concorso pubblico per scegliere un ingegnere comunale. Al concorso avevano fatto domanda 101 candidati di cui solo 29 partecipavano alla prima prova scritta. Questa prima prova era superata da un solo candidato mentre tutti gli altri erano giudicati non idonei. Il 6 giugno 2014 l’ing. Zacheo sosteneva quindi – quale unico concorrente rimasto – la seconda prova scritta, conseguendo il voto di 23/30 e accedendo alla successiva prova orale, che conclusivamente sosteneva, superandola con il voto di 21/30. Da qui si iniziava l’iter dei vari ricorsi da parte dei uno dei candidati che sosteneva che la par condicio non fosse stata applicata durante il concorso. L’ingegnere Luca Maria Dima ricorreva al T.A.R. per la Puglia – Sezione di Lecce. Il tribunale amministrativo regionale decideva di annullare il concorso e l’ingegner Zacheo decideva di presentare, al Consiglio di Stato, appello. Una vicenda ingarbugliata, dove i tribunali amministrativi e i giudici speciali amministrativi sono i protagonisti mentre il comune che avrebbe dovuto essere super partes, nella vicenda, ha speso 15mila euro di spese processuali ma rimane senza ingegnere comunale (e ne abbiamo bisogno) e con un concorso pubblico totalmente da rifare dato che il Consiglio di Stato ha sentenziato che tutti i concorrenti non hanno superato la prima prova scritta il 17 aprile 2014.

Francesco Cappello

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