11 novembre – 1,934 km dividono Straelen, piccola Città nel Nord della Germania, da Borgagne, piccolo borgo al centro Salento. Ma entrambi, come molte altre località, festeggiano San Martino. Nato tra il 316 e il 317 dopo Cristo, in Pannonia (l’attuale Ungheria), San Martino è l’archetipo della carità. L’episodio più conosciuto della sua vita, è quello “del mantello”. Si narra che una notte Martino, soldato Romano, incontrò un mendicante seminudo. Vedendolo sofferente, tagliò in due il suo caldo mantello militare e lo condivise con il mendicante. La notte seguente vide in sogno Gesù, rivestito della metà del suo mantello militare. Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro.
Il sogno ebbe un tale impatto emotivo su Martino che lo portò ad essere battezzato. All’età di circa quarant’anni, divenne monaco, fondando uno dei primi monasteri d’occidente. In seguito fu nominato anche Vescovo. Martino morì l’8 novembre 397 d.C. La sua morte, avvenuta in fama di santità anche grazie a numerosi miracoli, segnò l’inizio di un culto nel quale la generosità del cavaliere, la rinunzia ascetica e l’attività missionaria erano associate.
Il santo viene celebrato l’11 novembre, anniversario del suo funerale svoltosi a Tours, in Francia, in questo giorno. Questa data è diventata una festa straordinaria in tutto l’Occidente. Nell’era moderna l’11 novembre i bambini delle aree cattoliche della Germania, quindi anche di Straelen, e dell’Austria, partecipano a una processione di lanterne (chiamata St. Martinszug) che si tiene al calare della sera e che ricorda la fiaccolata che accompagnò il corpo del santo, adagiato su una barca, a Tours. Spesso un uomo vestito come Martino precede la processione in sella ad un cavallo. I bambini cantano canzoni sul santo e sulle loro lanterne. A metà processione, solitamente nel luogo più ampio del paese, viene acceso un grande falò per ricreare la famosa scena del taglio del mantello. Infine i bambini ritornano, sempre in corteo, a scuola per ritirare la tradizionale “busta” con dentro dolci e frutta. Il cibo tradizionale di questo giorno è l’oca, ma si mangiano anche i Püfferchen (simili alle nostre “pittule” con dentro uvetta passa e ricoperte di zucchero) accompagnate da una tazza di “Glühwein” (vino caldo).
In Italia, invece, il culto del Santo è legato alla cosiddetta estate di san Martino la quale si manifesta, in senso meteorologico, all’inizio di novembre e dà luogo ad alcune tradizionali feste popolari. Come in tutte le celebrazioni religiose e in particolare cristiane, accade poi che anche il giorno di San Martino coincida con una ricorrenza pagana del passato.
Si “festeggia” il vino novello, quel vino particolare che si può degustare solo in questo periodo. E proprio con l’intento di onorare il vino nuovo si organizza una serata all’insegna della buona tavola: carne arrostita al fuoco, castagne, mandarini, pittule, cotognata accompagnato il tutto da tanto vino. E poi musica, stornelli e proverbi di ogni genere. La serata si organizza con molto anticipo, le comitive crescono in numero invitando amici e parenti per questa festa goliardica, mista tra il sacro e il pagano e dove ricordare carità e solidarietà fa sempre bene all’anima di ognuno di noi.
Cristian Barone