2 giugno 2015 – Settant’anni fa un popolo italiano sconfitto da cinque anni di guerra sceglieva di mandare a casa il Re e la sua corte optando per la Repubblica e le sue cerimonie. Sono passate sette decadi da quel giorno e ieri come oggi un popolo italiano, ormai stanco dell’andamento politico di questo Paese, ha scelto di non votare. Oltre la metà dei cittadini aventi diritto al voto hanno preferito trovare un’altra occupazione o “inventarsi” una gita al mare pur di non impugnare la scheda elettorale ed esprimere una preferenza. Non siamo sociologi o politologi per poter dire con esattezza cosa succede, ma dalla nostra comoda poltroncina possiamo affermare che questo stato di cose è stato creato ad arte per scoraggiare proprio il voto da parte di quei concittadini che preferiscono andare in gita, perché è più semplice controllare un 52% di popolazione che esprime una preferenza che dirigere il voto di un 70 o 80% di elettori. I politici con le loro malefatte, la televisione con la loro disinformazione cronica, i giornali con il loro mistificare continuamente la realtà hanno fatto passare il messaggio che ormai il voto è inutile e quindi lo stesso atto del “votare” è superfluo perché non cambierà mai nulla. Esempio brillante di tutto ciò sono le elezioni provinciali. Teoricamente annullate dal governo Renzi queste si sono svolte comunque nell’autunno 2014, senza che i cittadini e gli elettori italiani sapessero nulla. Antonio Gabellone è ancora presidente di una Provincia di Lecce che teoricamente è stata soppressa dal “dinamico” Matteo Renzi e dal suo governo. Unica nota positiva di tutto ciò è dato dal fatto che sette persone nuove, sconosciute ai più saranno consiglieri regionali pugliesi sotto l’egida del Movimento 5 Stelle, sette nuovi consiglieri che hanno tolto la poltrona a sette persone che avevano fatto della politica il proprio mestiere.
Francesco Cappello