30 gennaio 2015 – Avete mai provato l’ebbrezza di essere disoccupati? Non potervi permettere neanche un pezzo di pane? Questa è la situazione che vivono molte famiglie italiane attanagliate dalla crisi. Per alcuni di loro l’incubo del come tirare avanti finisce nel momento in cui trovano uno straccio di lavoro, anche in nero va bene, l’importante è portare a casa un po’ di denaro, per comprare beni di prima necessità: pane, farina, latte, pasta e un po’ di frutta magari. In questo periodo la comunicazione spesso viene in soccorso per tentare di risolvere la ricerca di beni di prima necessità, oltre che per cercare un lavoro. Dopo le associazioni di volontariato vi sono dei gruppi sui social network che servono proprio a questo scopo. Oltre ai tantissimi gruppi di vendita ve ne sono alcuni, nel nostro caso e nella nostra provincia, Lecce, che fanno proprio al nostro scopo, gruppi sociali che regalano generi di prima necessità, vestiario per bambini. Certo in un momento di difficoltà è improbabile avere la connessione dati attiva sullo smartphone, così com’è probabile aver venduto lo stesso costoso dispositivo per sfamare la propria famiglia, ma certe informazioni è bene acquisirle per poterle sfruttare in seguito, se mai ce ne fosse il bisogno. Nella nostra ricerca due gruppi sociali su Facebook, popolare social network, hanno attirato la nostra attenzione: “Te lo regalo lecce e provincia” creato da una ragazza di 26 anni e “Regalo offro aiuto i bisognosi di Lecce” quest’ultimo tenuto dall’associazione Fratres San Giovanni Battista di Lecce. In entrambi i gruppi le vendite sono assolutamente vietate e l’amministratrice del primo gruppo “Te lo regalo lecce e provincia” si dà un gran da fare per spiegare agli utenti che frequentano il gruppo che non solo sono vietate le vendite ma anche le richieste di vestiario di carnevale e si predilige il dono dei generi di prima necessità:
«il gruppo è nato per aiutare chi aveva bisogno perchè alla fine tutti abbiamo cose ferme che ad altri possono tornare utili. Sono stata disoccupata due anni e le cose utili erano vestiario e alimenti non certamente auto, scooter, cyclette o altro come fanno molti».
Francesco Cappello