7 giugno 2014 – L’opposizione, nella terminologia della politica, indica una rappresentanza politica che in un sistema decisionale non copre la maggioranza dei decisori. A Melendugno, dal 2012, governa una giunta monocolore che guida la città nonostante abbia avuto un terzo dei suffragi, ma a causa della legge elettorale, per i comuni inferiori a 15mila abitanti, il Sindaco Marco Potì si ritrova a governare una città dove la sua lista, Passione e impegno per Melendugno e Borgagne, pur non avendo ottenuto la maggioranza assoluta (50% + 1) ha comunque raggranellato il maggior numero di voti. È la dura legge del maggioritario ad un solo turno. Ma pur avendo avuto la maggioranza nulla impedisce ai tre consiglieri di opposizione e a chiunque voglia esprimere il proprio dissenso di organizzarsi ed esternare la propria opposizione all’attuale governo. Anche neonate associazioni, movimenti o gruppi di mamme possono esternare i propri punti di vista verso l’amministrazione senza comunque avere la legittimità del voto. In fondo la libertà di parola è garantita dalla nostra Carta Costituzionale. Non è un reato di “lesa maestà” esprimere criticità verso la maggioranza ex-monocolore socialista. In poco più di due anni il Sindaco ha dovuto affrontare un’emergenza dopo l’altra, una situazione critica dopo l’altra, senza contare le richieste di cassa di uno stato centrale sempre più affamato e vorace. I tre consiglieri comunali di opposizione hanno portato avanti il loro mandato con dignità e senso del dovere, c’è chi ha scelto il classico manifesto chi ha esternato i suoi dubbi tramite un post lasciato su un famoso social network e l’amministrazione Potì non si è comunque lasciato sfuggire nulla riempiendo il web di messaggi più o meno felici e il mondo reale di atti, delibere di giunta e di consiglio più o meno discutibili. Anche noi, nel nostro piccolo facciamo opposizione, anche noi non siamo stati legittimati da alcun consesso elettorale e spesso veniamo accusati di non essere imparziali e obiettivi. A noi piacerebbe tanto scrivere di altro, di belle iniziative senza secondo fini, di idee andate a buon fine che portano ad accrescere la nostra comunità, ma ahimè anche noi dobbiamo accontentarci di ciò che passa il convento.
Francesco Cappello