Canone RAI, per favore basta con la pubblicità. Abbiamo capito

1 marzo 2014 – Oggi primo marzo forse è finita la campagna pubblicitaria per il rinnovo del canone RAI. Una campagna pubblicitaria che per certi versi ha sfiorato lo stalking nei confronti dei poveri utenti-fruitori radiotelevisivi. canone rai 2014Tutti, ma proprio tutti i lavoratori RAI, ci hanno martellato per due mesi con degli spot assurdi e pieni zeppi di messaggi negativi, per ricordarci che il canone di DEVE, una tassa iniqua e non giustificata con un’offerta non al pari dell’offerta dei contenuti, una tassa di poco più di 113 euro. Una campagna pubblicitaria con bambini teledipendenti, donne sull’orlo di una crisi di astinenza da televisione e anziani che si trasformano in abili ninja solo perché qualcuno con un po’ di sale in zucca decide di accartocciare la lettera che ricorda il canone RAI. Senza parla dell’iniziativa di una nota associazione di consumatori, la Adiconsum, che parla di pubblicità ingannevole degli stessi spot sul pagamento canone. «Abbiamo deciso di chiedere l’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, perché verifichi se non ci siano gli estremi di una pubblicità ingannevole», poiché il canone è una tassa sul possesso della televisione, non un abbonamento per accedere ai servizi radiotelevisivi.

Francesco Cappello

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