24 gennaio 2014 – Era il 22 novembre 2012, nella tarda mattinata di un giorno di fine autunno fecero il loro ingresso in Piazza Sant’Antonio a Borgagne delle panchine. Bianche e marroni, in ghisa, rappresentavano l’ultimo atto per completare i lavori della stessa piazza iniziati l’anno prima e che tante polemiche aveva provocato, fuori e dentro i mondi virtuali. Giusto o sbagliato che fossero quei lavori le panchine testimoniavano la fine delle polemiche e in piazza avrebbero dovuto completare la loro “esistenza”. Poi un giorno imprecisato del 2013 quelle panchine sono magicamente sparite. Per chi come noi ha sempre sostenuto che tutto il progetto di rifacimento di Piazza Sant’Antonio sia stato solo un inutile spreco di denaro pubblico, un’opera che doveva mostrare le capacità degli amministratori quella sparizione è passata, colpevolmente, in sordina.
Stamane sullo “sfogatoio” pubblico, che è divenuto da qualche tempo Facebook, sono apparse quattro foto scattate da quell’amministratore che volle, e impose, alla cittadinanza di Borgagne la “sua” visione di piazza, una piazza che in un articolo, pubblicato sempre su melendugno.net descriveva “vuota e priva di soggettività”. Le foto ritraggono le panchine in ghisa parcheggiate in un deposito comunale che fanno da base ad altro materiale depositato e pronto a marcire nel tempo. Panchine pagate con soldi pubblici, esempio di spreco di denaro di coloro che pagano le tasse e che stentano ad arrivare a fine mese. Denaro pubblico frutto di aumenti indiscriminati e tasse spacciate per adeguamenti.
Francesco Cappello