20 gennaio 1992, entrai nel mondo informatico

Cosa facevate il 20 gennaio 1992? No, non mi sto costruendo un alibi. É l’occasione per raccontarvi cosa feci io quel giorno. Mi sono ricordato solo oggi che sono passati trent’anni dal mio ingresso nel mondo dell’informatica.

Quel giorno andai a Maglie, presso Olivetti sita in via Vittorio Veneto 133 e acquistai il mio primo computer. Un Olivetti 286 con 1mb di memoria RAM e 20 Megabyte di Hard disk, floppy disk da 3,5pollici e capienza da 1,44mb. Senza mouse ma con monitor 14 pollici, 65mila colori, CRT (a tubo catodico per intenderci) e una bella tastiera con connettore PS/2. Il mouse venne dopo. Un topo in plastica con la pallina centrale e il filo (ps/2) pagato 70mila lire.

Confrontate queste caratteristiche con quelle del dispositivo con il quale state leggendo questo mio ricordo e fatevi due conti.

Costo di quel “mostro” 2 milioni e mezzo di lire comprato in comode rate grazie all’accordo raggiunto con la famiglia Palomba che qui ringrazio pubblicamente.

Trent’anni fa iniziava la mia avventura nel mondo dell’informatica. Andai a Maglie il pomeriggio e contento e giulivo infilai tutto in auto e portai a casa il materiale. Non volli ascoltare nessun consiglio da parte del venditore. Volli fare tutto da solo. Avevo letto un sacco sull’argomento e nell’informatica volevo entrare da solo senza aiuti da parte di nessuno!

Ricordo come fosse ora il momento in cui estrassi dalle scatole i componenti e li posai su una scrivania improvvisata. E poi trepidante al primo tentativo accesi il computer. Dopo una serie di bip apparve una schermata creata da Massimo Palomba con SCRedit dove premendo un numero, in una sorta di menu, si accedeva a Windows 3.1, e a un primordiale programma di videoscrittura che si chiamava MS-Works.

Il sistema operativo era MS-DOS 5.0 e internet non esisteva. Per collegarmi la prima volta dovetti aspettare il 1995 quando una rivista regalò ai suoi fedeli abbonati un modem esterno analogico 14.4 Kbps (seriale) e provando e riprovando (tutta la giornata) riuscii a collegarmi su una primordiale rete internet all’italiana.

Per sbarcare veramente su internet dovetti andare all’università e di là l’accesso era sicuramente più comodo e veloce. Ma lì, in teoria, si poteva accedere solo a siti accademici anche se ogni tanto, noi studenti facevamo una capatina su un primordiale, e appena nato, bruzzi.com.

Tornando a quel 20 gennaio 1992 l’attenzione della famiglia fu catturata da questo nuovo strumento dove si poteva anche giocare: Prince of Persia, Tetris e Space invader. Quante notti buttate per passare i livelli, per evitare le guardie e sconfiggere il sultano e salvare la principessa. O quanti mattoncini impilati uno sull’altro per battere i vari record. C’era anche Pacman ma in quel caso non raggiunsi mai il livello tre.

Qualche anno dopo acquistai una stampante ad aghi a colori 80 colonne (a4 si direbbe adesso). Una stampa di una pagina la faceva in 3 minuti netti calcolati al secondo con quel suo rumore stridulo che andava da destra a sinistra come una macchina da scrivere fantascientifica. La regalai al nostro, fu, Anselmo Carcagni. Stampammo anche la tesi di mio cugino. Ci volle tutta la notte.

Qualche tempo dopo fu la volta dello scanner Canon. SCSI in questo caso. Lo scanner mi costò 960mila lire a cui si aggiunse anche un verbale dei carabinieri di 50mila lire per eccesso di velocità. Non vedevo di l’ora di andare a prenderlo. A nulla valsero le mie giustificazioni. Il milite fece solo il suo dovere.

Francesco Cappello

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