11 settembre 2001, quel giorno iniziò il 21esimo secolo

Sono passati oltre 20 anni da allora. Ero appena tornato da Lecce, dall’Università, faceva caldo, un tranquillo 11 settembre 2001. Erano le 14 circa quando mia madre con il volto stravolto e preoccupato mi chiamò facendomi vedere le prime immagini che arrivavano dagli Stati Uniti, da New York, disse lo speaker, dove un aereo si era appena schiantato contro una delle Torri Gemelle. “É guerra” mormorò lei, io non risposi. Guardavo in silenzio quelle immagini, non potevo credere che un aereo di linea potesse essersi schiantato contro una delle Twin Towers. Qualche minuto dopo avvenne il secondo schianto e poi il crollo delle torri, quella polvere, quella gente, tutti quei morti.  E poi il terzo aereo “schiantato” sul pentagono e il quarto “precipitato”, forse abbattuto dalla difesa statunitense. Il blocco dei voli, l’America è sotto attacco dissi a mia madre.

Passai tutto il giorno a vedere e rivedere quelle immagini, quei crolli, quei morti innocenti, ricordai che nel 1898 per scatenare una guerra contro la Spagna gli Stati Uniti affondarono il Maine. A Mia madre dissi, alla fine, sì, è guerra, anche perché, in men che non si dica, gli efficienti uomini della sicurezza statunitense avevano trovato il colpevole, Bin Laden, l’uomo con cui avevano commerciato fino a poco tempo prima. Quegli stessi uomini e quelle stesse agenzie che non sapevano che decine di kamikaze si stavano esercitando a pilotare degli aerei e non erano interessati a imparare ad atterrare.

Dall’undici settembre sono svariate le ipotesi, ma nessuna certezza assoluta. Tante ipotesi di complotto, un solo colpevole? I vent’anni sono stati celebrati con il ritiro dall’Afghanistan. Altre morti inutili, altre vite spezzate che chiedono solo un perchè.

L’unica certezza è che il 2001 rappresenta uno spartiacque, il 21esimo secolo iniziò quell’undici settembre.

Francesco Cappello

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