Il M5Stelle stravince a Melendugno e Borgagne. Crollo PD e Forza Italia. Lega Nord fa +350 voti

Il Movimento 5 Stelle ha fatto “cappotto”, come aveva pronosticato in un fuori onda Raffaele Fitto a Matteo Salvini. A Melendugno le telecamere e la conversione sulla via di Damasco (leggi NoTAP) hanno portato male a Massimo D’Alema che è riuscito a racimolare solo 107 voti. Come dicevamo il M5S ha spazzolato oltre il 60% dei voti e Barbara Lezzi, per il Senato, ha collezionato ben 3368 preferenze mentre Alemanno Maria Soave, per la Camera dei Deputati, 3710 voti. Il Movimento rispetto alle elezioni politiche del 2013 ha raddoppiato le preferenze per vari motivi, primo tra tutti la questione del gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline). In questi mesi i deputati e senatori 5 Stelle sono stati più o meno vicini e soprattutto visibili mediaticamente nella lotta contro questa opera strategica, inutile e dannosa. Nel 2013 a Melendugno il primo partito alla Camera fu il Popolo della Libertà (Silvio Berlusconi, per intenderci) con 1583 preferenze mentre in questa tornata elettorale Forza Italia è crollata a 651 voti crollando nelle aspettative e nelle simpatie degli elettori. Dato raccapricciante invece è il balzo in avanti a Melendugno della Lega di Matteo Salvini che è passata da tre voti alla Camera a ben 371 preferenze nel 2018. E’ probabile che questi 368 elettori di scarto siano troppo giovani per ricordare tutte le offese proferite in questi anni dalla Lega Nord contro i Meridionali. Per il Senato invece il risultato della Lega di Matteo Salvini è stato di 351 voti. La viceministro Teresa Bellanova che nel 2012 aveva promesso di incatenarsi ai cancelli TAP ha preso 548 preferenze pagando lo scotto di non aver mantenuto la promessa e anzi di essere divenuta una “feroce” sostenitrice dell’opera del gasdotto, dimostrando che da queste parti vige il principio che chi non mantiene le promesse contro il gasdotto rischia la poltrona.

In campo nazionale invece il Partito Democratico ha pagato lo scotto di governare crollando ad un misero 23% mentre le opposizioni l’hanno fatta da padrona arrivando ad un quasi 32% per il Movimento 5 Stelle (31,98%) e a 37,44% per la coalizione di centrodestra. L’unica nota positiva di questa tornata elettorale è probabilmente il fatto che con il balzo in avanti del M5s vi saranno nuovi volti che entreranno in Parlamento tentando di svecchiare questa istituzione. Intanto nessuna delle tre coalizioni ha i numeri per governare e la palla ora passa al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che potrebbe, anche, incaricare Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio uscente a formare un secondo governo. Staremo a vedere.

Francesco Cappello

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