Xylella e Gasdotto, quando le strane coincidenze rovinano gli imprenditori

29 ottobre 2015 – In questo panorama piuttosto scettico riguardo alla ripresa dalla ormai più che nota crisi, un piccolo incoraggiamento viene proprio dal settore agricolo, settore dell’economia italiana che sembra, tra tutti gli altri, avere ancora qualche cartuccia da sparare. E così, chi può, cerca di investire, cerca i fondi e mette su una piccola azienda e, sperando nella buona sorte, si augura che possa andare avanti e di non essere costretto a partire all’estero. Bene, ma se questo è il trend degli ultimi tempi, chi glielo spiega agli agricoltori del Salento che loro no, loro non possono permettersi questo lusso a causa del grave attacco delle piante d’ulivo da parte della Xylella. O forse no?

Sì perché sono ormai in troppi a fare uno strano accostamento, uno di quelli dove due più due da drammaticamente quattro. Ma in quest’addizione non si trovano numeri, no, si trovano degli alberi d’ulivo centenari che, forse, sono nel posto sbagliato, guarda caso proprio quello dove dovrebbe passare il nuovo metanodotto. Coincidenze? Forse. Le certezze in simili circostanze sono quanto di più lontano dalla realtà. Quello di reale e concreto che resta sono la disperazione dei contadini. Intere famiglie che avevano fatto della produzione di olio la loro fonte di sostentamento ormai da anni, da generazioni intere, si ritrovano senza niente, a dover guardare impotenti una ruspa che sradica la loro vita. Perché di questo alla fine si tratta.

E cosa resta ora a queste persone? Chi ha coltivato gli ulivi da sempre e si ritrova a 50-60 anni a non avere più piante cosa può fare? Iniziare a cercare un lavoro laddove perfino i giovani sono in fuga all’estero? Tentare di investire quei pochi capitali in qualche progetto laddove ormai la gente ha iniziato a investire in Romania dove esiste ancora un Paradiso fiscale? Chi lo spiega ai coltivatori del Salento (ma non solo), che le speranze di trovare una guarigione per la Xylella sono quasi a zero, perché probabilmente non si vogliono trovare speranze. Chi lo spiegherà? Qualche sciatta giornalista in TV in qualche edizione dei TG fatte più per raccogliere ascolti che per informare? Non resta che vedere cosa accadrà.

 

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