Il consigliere Mauro Russo scrive a Michele Emiliano: 7 punti per TAP

26 luglio 2015 – Ill.mo Sig. Presidente, mi permetto di rivolgerLe questa mia personale epistola nella doppia veste di consigliere comunale di Melendugno e di candidato nella Sua coalizione nella lista dei “Popolari per Emiliano”. In occasione della Sua visita a Muro Leccese, nel corso della competizione elettorale, per il rinnovo del consiglio regionale, ho avuto l’onore ed il piacere di incontrarLa personalmente e di illustrarLe di persona la petizione che, da consigliere comunale, ho inteso inviare all’attenzione del Ministro dell’ambiente, On. Gianluca Galletti, riguardante l’approdo a San Foca del metanodotto TAP.

Debbo confessarLe che, in cuor mio, ho sperato fino all’ultimo momento dell’iter procedimentale di approvazione, che le istituzioni nazionali ed il Ministro all’Ambiente stesso, avessero potuto condividere, in tutto o in parte, le proposte illustrate nella mia  missiva, tese tutte a garantire il raggiungimento del massimo livello di sicurezza e di compatibilità ambientale per l’opera, insieme con il perseguimento di una equa e doverosa attenzione per le iniziative di perequazione e di compensazione a favore di un territorio a prevalente vocazione agricola e turistica, vulnerato da un’opera che DOVEVA E POTEVA trovare altro approdo.

Così non è stato, purtroppo, ed il rilascio dell’autorizzazione integrata unica a firma del Ministro Guidi, l’avvio delle procedure di esproprio delle aree interessate dall’opera con la previsione dell’imminente inizio dei lavori, fissato per i primi mesi del 2016, lasciano presagire che la mia Melendugno dovrà subire l’opera senza trarne alcun vantaggio o compensazione o ristoro.

L’epilogo di questa triste vicenda, che ha visto le ultime due precedenti compagini consiliari regionali assenti spettatrici piuttosto che fattive propositrici, come avrebbe voluto e dovuto essere per l’importante ruolo che ciascun consigliere regionale ricopre, non lascia spazio ad alcuna speranza di rivalsa territoriale.

Ho ascoltato con grande attenzione le Sue parole che, tante volte, hanno espresso sincera perplessità sul luogo di attracco del metanodotto e sulle origini e cause di tale scelta ed ho apprezzato la Sua espressa volontà di voler affrontare in modo convinto e diretto tale problematica con approccio nuovo ed inedito.

A chiarimento dei dubbi e perplessità del perché mai un’opera siffatta sia potuta approdare sulle nostre bellissime coste, credo siano estremamente esaustive le dichiarazioni rese dall’allora Country Manager, Dr. Giampaolo Russo in sede di audizione presso la Commissione Industria del Senato, che non lasciano molto spazio all’immaginazione.

Lo spostamento da Lendinuso a San Foca risulta un atto programmato, cercato e voluto dalla politica regionale e dai suoi rappresentanti che, rinunciando alla possibilità concreta di risolvere con un sol colpo sia il problema dell’inquinamento della centrale Enel di Cerano, alimentata a  carbone, sia quello che vuole trasformare la nostra regione in un importante Hub energetico nazionale ed europeo, hanno preferito la soluzione certamente meno naturale dell’attracco in un luogo noto e famoso per le sue bellezze paesaggistiche.

Personalmente, a quei tempi Vice del compianto consigliere Vittorio Potì, ritengo che la sottovalutazione “del semplice passaggio di un tubo interrato di qualche metro “apparve ai più (anche amministratori comunali vecchi e nuovi, molti riconfermati) assolutamente trascurabile rispetto ai vantaggi rappresentati dalle indubbie positive ricadute occupazionali e di investimenti sul territorio che l’opera avrebbe necessariamente comportato.

Allo stato delle cose, tuttavia, l’indubbia dote di pragmatismo politico tipica di chi ricopre incarichi di amministratore comunale, suggerisce di lasciar poco spazio alle dietrologie, preferendo un approccio diretto alla soluzione odierna delle problematiche collegate, che conduca alla “migliore delle soluzioni “, ove l’aggettivo migliore possa e debba intendersi come la soluzione più sicura, paesaggisticamente più compatibile ed economicamente più vantaggiosa per la collettività intera.

In quest’ottica, pur apprezzando la manifestata Sua volontà di voler intraprendere a breve la via giudiziaria del ricorso amministrativo contro l’Autorizzazione unica rilasciata, La prego di voler considerare in via subordinata, come ipotesi successiva all’eventuale mancato accoglimento del ricorso, la possibilità di instaurare un tavolo di concertazione tra società, organi ministeriali, presidenza della regione ed ente locale, al fine di discutere e trovare concreta risoluzione ai nodi cruciali dell’opera che, personalmente ritengo possano essere così riassunti:

1- Rilocazione del sito del terminale di ricezione (P.R.T.), allontanandolo sia dall’abitato di Melendugno che da quello dei comuni viciniori, adottando al contempo le cogenti norme e prescrizioni della c.d.  Direttiva Seveso 3 (Direttiva 2012/18/UE del 4 luglio 2012) relativa alla valutazione e controllo dei pericoli di incidente rilevante che, seppur non cogente, aumenterebbe di molto il livello di sicurezza dell’impianto anche in presenza di atti di sabotaggio o terrorismo.

2- Divieto tassativo nel terminale di ricezione all’uso di riscaldatori elettrici del gas (previsti per una potenza di 6 MW) del tipo alimentato a combustibile ed adozione di soli riscaldatori elettrici, meno inquinanti, meglio se alimentati da energia da fonti rinnovabili.

3- Adozione di misure di controllo delle emissioni gassose (Cox ed Noxx) e delle polveri sottili da particolato (PMxx) attraverso la creazione di vaste aree di nuova piantumazione ad effetto tampone.

4- Adozione di una efficiente azione di monitoraggio continuo dei parametri di aria/acqua di falda/terreno attraverso un idoneo sistema di rilevamento e diffusione pubblica dei dati campione attraverso pannelli a led installati all’interno del centro urbano.

5- Adozione di una seria politica di riqualificazione ambientale del territorio melendugnese attraverso il recupero naturalistico e funzionale delle aree presenti degradate (zone ex discariche ed ex cave) anche attraverso la trasformazione d’uso in parchi urbani ed aree idonee per ospitare eventi e manifestazioni a supporto della promozione territoriale.

6- Adozione di una politica di sollecitazione e di screening delle proposte di intervento territoriale da porre a carico della società TAP e provenienti da organismi, associazioni, società, enti pubblici e privati che intendano farsi promotori di operazioni aventi come fine la rivalutazione e lo sviluppo territoriale, la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, la tutela di usi, costumi e tradizioni popolari, la protezione del territorio dal degrado geo-morfologico.

7- La concertazione di una politica di salvaguardia delle attività imprenditoriali e commerciali locali in fase di esecuzione delle opere, considerato l’elevato livello  di partecipazione di società melendugnesi e salentine nella fase di prequalificazione per gli appalti e forniture, unitamente ad una politica di formazione professionale di tutte quelle figure di ogni livello e mansione, che l’opera prevede verranno utilizzate nella fase di gestione cinquantennale dell’opera, da reperirsi nelle fasce giovanili scolarizzate della popolazione locale, anche attraverso stages e corsi formativi da attuarsi presso strutture similari già esistenti.

Illustrissimo Sig. Presidente sono convinto, in cuor mio, che nella denegata ipotesi di fallimento dei ricorsi giudiziari, non si debba giungere alla conclusione che veda la realizzazione dell’opera senza contropartite territoriali, aumentando a dismisura l’attuale sentire comune popolare che vede la realizzazione di quest’opera come una sgradita quanto indesiderata imposizione del governo nazionale e della geo-politica europea, in spregio alla contraria volontà della popolazione stanziale.

L’adozione delle maggiori misure di sicurezza e gli interventi territoriali e sociali sopra esposti, contrapponendosi agli inevitabili impatti negativi che l’opera comporta, potrebbero rappresentare possibili risvolti positivi che contribuirebbero a limitare le tensioni sociali successive all’intrapresa delle opere di costruzione.

Fermo in questo mio convincimento mi auguro di poterLa sentire di persone, se e quando riterrà opportuno.

Nel ringraziarLa del tempo che ha voluto dedicarmi mi è gradita l’occasione per porgerLe i miei personali auguri di un proficuo lavoro per lo sviluppo della nostra amata regione ed il benessere dei suoi concittadini.

Il Consigliere comunale
Rag. Mauro RUSSO

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